venerdì 19 febbraio 2016

Il Grande Gatsby e la moda degli anni '20


Negli anni più vulnerabili della giovinezza, mio padre mi diede un consiglio che non mi è mai uscito di mente: "Quando ti viene voglia di criticare qualcuno", mi disse "ricordati che non tutti, a questo mondo, hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu".


Questo è l'incipit di un romanzo che amo molto e che sto rileggendo proprio in questi giorni: "Il grande Gatsby" di Francis Scott Fitzgerald.
La storia, in breve, narra di James Gatsby (che cambierà il suo nome in Jay), figlio di poveri contadini, il quale saprà conquistare prestigio e ricchezza grazie alla sua ambizione. Una volta raggiunto il benessere economico, il suo desiderio più grande è quello di far rivivere l'amore sbocciato anni prima tra lui e Daisy, la donna che, inizialmente, gli aveva giurato amore eterno, ma poi lo aveva respinto per sposare il rampollo di una grande famiglia americana. Lui vorrebbe fortemente far tornare le cose come erano prima, ma....non vi racconto di più per non rovinarvi il finale nel caso in cui non lo aveste letto. Sono stati prodotti film molto belli ispirati a questo romanzo, tra cui uno recente con Leonardo di Caprio nella parte di Gatsby.

Se qualcuno mi chiedesse in quale epoca avrei voluto vivere, gli anni venti occupano un posto speciale, seguiti dal vecchio West e dall'antico Egitto. Tre periodi interessanti, vero? 
Quando, anni fa, ho iniziato a dipingere, contemporaneamente leggevo le biografie dei pittori ed ero affascinata dalla Belle Epoque e dalle vite dissolute e bohémienne degli artisti di Montmartre, il quartiere artistico di Parigi.
Il quegli anni, la moda femminile era, naturalmente secondo il mio gusto personale, la più elegante della storia del Costume, con gli abiti dalla vita bassa, morbidi e dritti, l'orlo sotto il ginocchio, e i primi modelli di Mary Jane (le scarpe a punta tonda, tacco medio e cinturino sul collo del piede). 
E poi i cappelli: una signora non usciva mai senza. Il modello più diffuso era a cloche che copriva quasi interamente il capo così che il viso era messo in risalto dall'acconciatura a onde fermate da forcine, oppure a carré per le ragazze più audaci che seguivano la moda alla Garçonne. Le collane di perle erano immancabili.

Per quanto riguarda il make up, a partire dalla bocca a cuore di un color rosso scuro, lo sguardo "drammatico" e intenso grazie allo smokey eyes sfumato verso il basso e le sopracciglia sottili sulla pelle resa più chiara dalla polvere di riso, fino allo smalto steso sull'unghia avendo cura di lasciare libera la lunetta alla base, una tecnica chiamata "half moon manicure" che si può vedere in molte foto d'epoca e che viene riproposta nella nail-art moderna: tutto era curato nei minimi dettagli.
Ecco, se potessi tornare indietro nel tempo, tornerei agli anni '20.

Per ispirarmi a quell'epoca ho creato dei collage: ho immaginato donne elaganti e misteriose muoversi con grazia tra i saloni di antichi castelli, tra i tintinnio dei bicchieri di cristallo ed il fruscìo delle gonne lunghe in morbida seta.
Perchè noi tutte amiamo sognare...




martedì 16 febbraio 2016

Un giorno a Varese


Buongiorno amici,

rileggendo i vecchi post mi sono resa conto che non vi ho mai parlato di Varese, la mia città, così lo faccio oggi mostrandovi le vie del centro con i vecchi palazzi, quelli più caratteristici ed interessanti.

Varese non è una grande città, nonostante in questi ultimi anni sia cambiata.
Nelle mattine di sole, camminando per le vie semi-deserte, si può ancora respirare l'aria rilassata e a misura d'uomo che ancora è possibile trovare: il profumo del pane appena sfornato, i signori che commentano le notizie del giorno e le signore che passeggiano per le vie e che si fermano ad ammirare le vetrine o a bere un caffè.
Il suo appellativo di Città Giardino deriva dai numerosi parchi e giardini delle dimore abitate una volta dai ricchi nobili e facoltosi, perlopiù milanesi, che venivano a trascorrere l'estate. Ville in stile liberty che fanno ancora alzare lo sguardo e sognare un'epoca che, purtroppo, non esiste più. La maggior parte sono state edificate dalla famiglia Borromeo e sono oggi sede di musei.

Il Palazzo Estense dalla facciata rosa, ora sede del Comune, era la residenza di Francesco III D'Este, Duca di Modena e Reggio che ne fece il suo palazzo estivo.
Il centro storico è molto bello con il Corso Matteotti a ciottoli da cui si diramano vie e viette con i negozi situati sotto i portici ad archi.
La bellezza di Varese risiede nel paesaggio circostante poiché è situata su 7 colli ed è circondata da 7 laghi. Non solo il turista, ma anche chi ci è nato scopre sempre cose nuove e interessanti: per ammirare il panorama, a volte vado al Sacro Monte da cui, nelle giornate senza foschia, è possibile vedere il paesaggio che si estende a perdita d'occhio, fino a Milano.
Come ogni città, sa essere più bella nelle giornate di sole, così oggi vi porto con me, sperando che piaccia anche a voi :)



"Visione magnifica! Al tramonto del sole si vedevano sette laghi.
Credetemi, si può percorrere tutta la Francia e la Germania,
ma non si potranno mai provare simili sensazioni"
(Stendhal parlando della zona di Varese)





venerdì 12 febbraio 2016

Un dono divino


"Un giorno un vecchio mi disse: quando incontri qualcuno, e questo qualcuno ti fa fermare il cuore per alcuni secondi, fai attenzione: potrebbe essere la persona più importante della tua vita. 
Se gli occhi si incrociano e in quel momento c'è la stessa luce intensa tra loro, stai allerta: può essere la persona che stai aspettando dal giorno in cui sei nato. Se il tocco delle labbra è stato intenso, se il bacio è stato appassionante e gli occhi si sono riempiti di acqua in quel momento, rifletti: c'è qualcosa di magico tra voi.
Se il primo e l'ultimo pensiero del giorno è per quella persona, se il desiderio di stare insieme arriva a stringerti il cuore, ringrazia Dio, ti ha mandato un dono divino: l'amore.
Se un giorno doveste chiedere perdono l'uno all'altro per qualche motivo ed in cambio riceverete un abbraccio, un sorriso, una carezza tra i capelli e i gesti varranno più di mille parole, arrenditi: voi siete fatti l'uno per l'altra. 
Se per qualche motivo fosse triste, se la vita le avesse inflitto un colpo e tu sarai lì a soffrire il suo dolore, a piangere le sue lacrime e ad asciugarle con affetto, che cosa meravigliosa! Lei potrà contare su di te in qualsiasi momento della vita.
Se riesci col pensiero a sentire l'odore della persona come se si trovasse al tuo fianco, e se la trovi meravigliosamente bella anche quando indossa un vecchio pigiama, ciabatte ed ha i capelli arruffati; se non riesci a lavorare per tutto il giorno, emozionato per l'appuntamento che avete...se non riesci ad immaginare in nessun modo un futuro senza quella persona, se hai la certezza che la vedrai invecchiare e, anche così,  sei convinto che continueresti ad essere pazzo di lei. Se preferiresti morire prima di vedere l'altra andarsene, allora vuol dire che l'amore è entrato nella tua vita. E' un dono!"

Poi mi sorrise e mi disse. "Molte persone si innamorano molte volte nella vita, ma poche amano o trovano un amore vero. A volte lo incontrano e non prestano attenzione ai segnali e lo lasciano passare senza accadere veramente: è il libero arbitrio. Per questo, presta attenzione ai segnali, non lasciare che le follie del quotidiano ti rendano cieco alla miglior cosa della vita: l'amore! Ciò che è sincero non cambia mai!"

(Carlos Drummond de Andrade)






lunedì 8 febbraio 2016

Kelly di Hermès, una delle borse più desiderate


Tra le borse più desiderate dalle signore di tutto il mondo, la Kelly occupa sicuramente uno dei primi posti, insieme alla Birkin (entrambe di Hermès), alla Speedy di Vuitton e alla 2.55 di Chanel.

La Maison Hermès nacque come selleria nel 1837: Thierry Hermès, il fondatore, lavorò per molti anni come sellaio realizzando bardature e finimenti per cavalli, fino a quando, nel 1870, il nipote Emile-Maurice acquista dal fratello la sua quota della società: con il completo controllo dell'attività inizia a produrre capi in pelle di daino, tra cui le borse, riscuotendo subito grande successo. Il logo della Casa è una carrozza con cavalli ma è anche un soggetto ricorrente nelle stampe dei foulard e dei tessuti.

La Kelly non nasce subito con questo nome: inizialmente è una semplice borsa da viaggio, più grande del modello attuale, dalle linee sobrie, a forma di trapezio e con chiusura a cinghie. La sua fama arriva nel 1956 quando la rivista Life pubblica una foto della principessa Grace Kelly intenta a nascondere la sua gravidanza proprio dietro una borsa nera di Hermès. Questo ne decreta il successo: infatti, tutte le donne chic dell'epoca vollero la stessa borsa che ben presto divenne uno status symbol, sinonimo di eleganza e classe. Il vero battesimo della Kelly avvenne solo venti anni più tardi.

La Kelly è una delle borse più belle del mondo, viene realizzata con diversi materiali e colori ed in sette misure diverse, dalla mini Kelly alla 32. La lista d'attesa per averne una è piuttosto lunga ed occorre prenotarsi per tempo.

Io, per adesso, l'ho dipinta, poi un giorno chissà...:-)






mercoledì 3 febbraio 2016

Il vero e il falso nella moda (e nella vita)



Oggi vi svelo un piccolo segreto: ho una vera passione per la bigiotteria. E quale donna non ce l'ha? Direte voi, e avete ragione ^^
Ma quella che mi piace in genere costa pochi euro, la metto qualche volta e poi la ripongo in un cassetto, fino a che non suscita di nuovo il mio interesse.
Ovviamente devono essere realizzate con cura: di plastica sì, ma di elegante fattura, su questo non transigo :-)
In questo sono rimasta molto girly pur non essendolo da qualche anno, proprio come quando, da piccola, trovavo gli anelli nei sacchetti delle caramelle: ricordo ancora la gioia, la meraviglia e lo stupore nell'ammirare quelle "pietre" sfaccettate spesso di un improbabile color fucsia che, sebbene false, mi facevano sentire una regina.
Ricordate quell'anello che cambia colore in base all'umore? Io lo trovavo magico...

Adesso che sono grande ricerco ancora la bigiotteria semplice, ma nello stesso tempo sofisticata che attira la mia attenzione.
Conosciamo tutti lo stile di Chanel: questa straordinaria stilista ha saputo mixare il vero e il falso (soprattutto nella bigiotteria) in modo da risultare estremamente elegante, in contrasto con lo stile dei colleghi che la precedettero. Pose fine all'opulenza, ai corsetti e all'abbigliamento scomodo e sfarzoso.

Nella bigiotteria, seppe prendere le perle false e mischiarle con gioielli veri, ma senza eccedere poiché, per lei, il lusso non andava esibito: se sei famosa (e hai possibilità economiche) non occorre ostentarlo, gli altri sanno chi sei senza che tu debba esibirlo in modo, a volte, sfacciato. L'alta bigiotteria non è a buon mercato, ma ci fa sognare e, quindi, ci fa stare bene.
Basta un filo di perle ed una catenina dorata.
Meglio togliere che aggiungere.

Spesso ostentare è il tipico atteggiamento delle persone insicure e bisognose dell'approvazione altrui: chi è sicuro di sé non ha bisogno di questo.
Fare in modo che gli altri provino invidia per noi, per ciò che abbiamo, fa sì che li allontaniamo maggiormente, anziché avvicinarli e stabilire un rapporto costruttivo e, soprattutto, alla pari.
Io penso che il valore di un oggetto (a meno che non sia la Stella del Sud, il celebre diamante ^^) è quello che gli attribuiamo noi, in base a chi ce lo ha donato o al momento in cui lo abbiamo acquistato.






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